Ecco il perchè gli Integratori Alimentari possono non “funzionare”

Tutto quello che non è stato detto sulla Vitamina C
Aprile 24, 2020
Vi presento un alleato dell’estate e un nemico dei fumatori: il Beta-carotene
Maggio 7, 2020
Show all

Ecco il perchè gli Integratori Alimentari possono non “funzionare”

Il mondo degli integratori alimentari è sconfinato e molto accattivante, ma prima di avventurarsi all’acquisto di uno di loro sarebbe meglio essere consigliati da personale esperto nel settore o in alternativa documentarsi in modo specifico.

Ho deciso di scrivere questo articolo per condividere con Voi quella che è stata la mia esperienza lavorativa nel mondo degli integratori alimentari. Formulo integratori alimentari da più di vent’anni e questo lavoro che svolgo con passione, si è sempre scontrato con le esigenze di mercato e, più nello specifico, con il dominate “COSTO/GUADAGNO”, a causa del qual molte volte il mio lavoro veniva stravolto.

COME NASCE UN INTEGRATORE ALIMENTARE

Quando si crea un integratore alimentare, la prima cosa che è necessario valutare è ovviamente la finalità per la quale si sta cercando di creare il prodotto, ad esempio: un integratore per dimagrire, oppure per migliorare le prestazioni sportive e ancora per riuscire a riposare nel modo migliore, etc.

Una volta definito il campo entro il quale è necessario lavorare, si passa allo studio scientifico delle pubblicazioni più recenti presenti nei motori di ricerca specifici.

Insieme alle pubblicazioni scientifiche è necessario avere sempre presente le normative riguardanti l’immissione in commercio degli integratori alimentari e nello specifico:

  • Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169) 
  • Apporti giornalieri di vitamine e minerali ammessi negli integratori alimentari
  • REGOLAMENTO (UE) N. 432/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 maggio 2012
  • Allegato 1 al DM 10 agosto 2018 sulla disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di Sostanze e preparati vegetali come aggiornato con Decreto 9 gennaio  2018 e da ultimo con Decreto 26 luglio 2019
  • REGOLAMENTO (CE) N. 1924/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 dicembre 2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari 
  • ALTRI NUTRIENTI E ALTRE SOSTANZE AD EFFETTO NUTRITIVO O FISIOLOGICO

Un integratore alimentare potrà essere immesso sul mercato solo se rispetterà regole e limiti indicati nelle normative emesse dal Ministero della Sanità. Le indicazioni che sono presenti nei documenti citati sono il frutto di studi eseguiti dall’EFSA (European Food Safety Authority) che ha il compito di valutare le proprietà e sicurezza degli alimenti.

Ma torniamo al “come nasce un integratore alimentare” per capire meglio “quando un integratore alimentare non funziona”.

Unendo le conoscenze che il professionista ha in merito a: 

  • proprietà sui principi attivi presenti in natura,
  • minerali,
  • vitamine,
  • amminoacidi, 
  • altri possibili ingredienti che si possono utilizzare all’ interno di un integratore

con analisi dettagliata di studi scientifici inerenti al prodotto che si vuole creare, si arriva alla formulazione di un integratore alimentare.

COSA RENDE EFFICACE UN INTEGRATORE ALIMENTARE:

  1. Formulazione razionale del prodotto;
  2. Utilizzo di materie prime di alta qualità (possibilmente standardizzate);
  3. Quantitativo delle materie prime tale da essere funzionale per soddisfare l’esigenza per il quale si sta creando il prodotto.

Ora cercherò di spiegare meglio i 3 punti andando precisare, per ognuno, come si può rendere un integratore alimentare non efficace, quando tali requisiti vengono meno.

1 – Formulazione razionale del prodotto.

Tutte le materie prime che andranno a costituire un integratore alimentare dovranno essere funzionali al raggiungimento dell’effetto richiesto al prodotto.

Per capire meglio facciamo un esempio, se vogliamo produrre un integratore alimentare che svolga una funzione rilassante e tra gl’ingredienti inseriamo il Guaranà che svolge un’azione tonica contro stati di stanchezza fisica e mentale (Sostanze e preparati vegetali come aggiornato con Decreto 9 gennaio  2018 e da ultimo con Decreto 26 luglio 2019), è chiaro che il prodotto non raggiungerà lo scopo desiderato.

Quando si formula un integratore alimentare è necessario dare evidenze scientifiche in merito alla scelta degli ingredienti che si decide di utilizzare.

2 – Utilizzo di materie prime di alta qualità (possibilmente standardizzate);

Una volta definita la formulazione del prodotto è necessario acquistare materie prime di qualità che permettano di capire cosa contengono per poterne valutare le proprietà.

Molto spesso le materie proposte dai fornitori possono presentarsi in due modi:

  • Nome della materia prima, forma in cui si trova (liquida o polvere)
  • Nome della materia prima con tit. del principio attivo contenuto all’interno della materia prima, forma in cui si trova (liquida o polvere)

Che differenza c’è tra una materia prima e l’altra?

La materia prima non standardizzata è un estratto liquido o solido di cui non si conoscono le concentrazioni dei principi attivi in esso presente, mentre nella materia prima standardizzata ne conosce esattamente il quantitativo. Sono i principi attivi contenuti nella materia prima che la rendono efficace.

Facciamo un esempio concreto, prendiamo in considerazione la materia prima:  estratto secco di Capsico (Capsicum L.), le schede tecniche possono essere:

Ovviamente, questa differenza di materia prima comporta una differenza sul prezzo in quanto la materia prima titolata avrà un costo maggiore rispetto a alla materia prima non titolata.

3 – Quantitativo delle materie prime tale da essere funzionale per soddisfare l’esigenza per il quale si sta creando il prodotto.

Dopo aver definito formulazione e selezionato le materie prime, perché un integratore alimentare sia funzionale, è fondamentale che anche il dosaggio del principio attivo in esso presente sia  in quantità tale da poter conferire all’integratore l’effetto desiderato.

Non esiste nessuna normativa che imponga al produttore di inserire solo quantitativi efficaci di materia prima all’interno di un integratore alimentare. E’ possibile trovare scritto sull’etichetta di un prodotto il nome di un ingrediente nonostante questo sia presente in quantità molto al di sotto del quantitativo ritenuto necessario, affinché il principio attivo in esso presente possa svolgere la funzione per il quale è stato inserito nel prodotto.

Ma come si fa a definire il quantitativo giusto da utilizzare?

In letteratura sono presenti studi scientifici che riportano dati sui quantitativi efficaci di materie prime e principi attivi.

Facciamo un esempio concreto.

Etichetta di un prodotto anti- stress:

“….Gli studi che hanno riportato un effetto positivo di R. rosea sulle prestazioni fisiche hanno riportato dosi di 200 mg / die e 680 mg / die e quelli che hanno riportato un effetto positivo sull’affaticamento mentale hanno riportato dosi comprese tra 100 e 576 mg / die….” (Rhodiola rosea for physical and mental fatigue: a systematic review – Sana Ishaque, Larissa Shamseer, […], and Sunita Vohra – BMC Complement Altern Med. 2012).

“….Le quantità tipiche di estratto di Rhodiola rosea sono 200 – 600 mg al giorno in capsule o compresse”….” Le strutture chimiche dei principali composti bioattivi negli estratti di Rhodiola rosea , colofonia e suoi derivati ​​e salidroside, sono risultati essere i responsabili delle maggiori prprietà benefiche della Rodiola Rosea…” (Rhodiola rosea L.: an herb with anti-stress, anti-aging, and immunostimulating properties for cancer chemoprevention Yonghong Li, Victor Pham, […], and Xiaolin Zi – Curr. Pharmacol Resp. 2017)

Analizzando la tabella in relazione ai dati scientifici riscontrati in letteratura, si nota che l’ingrediente Rodiola rosea:

  • è presente in quantità appena superiore (120 mg) al limite inferiore (100 mg) per avere un effetto positivo sull’affaticamento mentale,
  • non è standardizzata perciò non possiamo conoscere il quantitativo di salidroside e/o rosavina, principali principi attivi in esso presente.

Confrontiamo l’etichetta precedente con questa:

In questo caso, la Rodiola rosea:

  • è presente in quantità significativa al fine di ottenere effetti positivi sia sulle prestazioni fisiche, che mentali,
  • è standardizzata al 3% in salidroside, quindi ci troviamo di fronte ad un’ottima materia prima.

QUANDO UN INTEGRATORE ALIMENTARE NON FUNZIONA

Dopo aver considerato tutti i punti che devono essere valutati per poter creare un ottimo integratore alimentare, che cosa può impedirne la produzione secondo i punti sopra riportati? Fondamentalmente la risposta è una: IL COSTO.

Materie prime standardizzate hanno un costo superiore rispetto a materie prime non standardizzate, inoltre, per avere un quantitativo efficace di principio attivo è necessario inserire quantitativi significativi di materia prima, il ché comporta un aumento di costo.

 

Scopri ADAPTA – integratore alimentare 

 

Iscriviti alla nostra newsletter

Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi.
Per maggior informazioni consulta la nostra Privacy Policy e Cookie Policy